La sparizione di alcune lapidi storiche dal cimitero comunale di Castel Gandolfo, denunciata lo scorso anno, continua a suscitare interrogativi e amarezza. Tra le lapidi scomparse ci sarebbero quella appartenente alla nonna materna di un nostro lettore (che nel rispetto della privacy da qui in avanti chiameremo signor M.) e quella di una donna presumibilmente deceduta a seguito dei bombardamenti alleati del febbraio 1944. Una vicenda intricata che resta ancora irrisolta.

Un rimpallo di responsabilità tra privati e istituzioni

Dopo un anno dalla sua segnalazione, il signor M. ci ha informato di aver finalmente ricevuto una risposta ufficiale dal Comune. L’amministrazione avrebbe chiarito che la questione sarebbe da considerarsi una controversia “completamente tra privati”, in virtù dell’art. 82 comma 2 del regolamento cimiteriale. Nonostante un presunto tentativo di mediazione fra le parti, il Comune si sarebbe in ultima battuta dichiarato estraneo alla vicenda.

Il signor M. ha affermato di sentirsi abbandonato sia dalle istituzioni comunali sia dagli eredi del proprietario originario della tomba, che avrebbero rifiutato ogni ulteriore comunicazione. “Ho lanciato un urlo di dolore al Comune di Castel Gandolfo, che si è trasformato in un inutile grido nel deserto”, ha scritto nella mail inviata alla nostra Redazione. Nonostante la denuncia di vilipendio e spoliazione presentata presso il Commissariato di Albano Laziale e inoltrata alla Procura della Repubblica di Velletri, al momento non ci sarebbero sviluppi ufficiali sul fronte giudiziario.

Freetime Frascati

Un caso emblematico di incuria e memoria violata

La vicenda assume dunque non solo i connotati di un problema legale, ma anche di un monito sulla tutela della memoria storica e sul ruolo delle istituzioni nella gestione dei luoghi di sepoltura. La sparizione delle lapidi, inclusa quella di una vittima della Seconda Guerra Mondiale, pone questioni etiche e culturali sulla custodia del patrimonio storico e umano del territorio.

La denuncia del sig. M. emerge come un invito alla riflessione collettiva: quale valore diamo oggi alla memoria e al rispetto per chi non c’è più?

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