Nella Grecia classica, esistevano due noti concetti fondamentali della vita pubblica: la polis, l’arte di governare la città, e l’agorà, il cuore pulsante della vita politica, un luogo di incontro e di partecipazione attiva della comunità. Due concetti che oggi più che mai sembrano lontani, soprattutto nel nostro Paese.

Gli italiani si allontanano sempre più dalle urne e i rappresentanti politici vengono eletti tramite leggi che consentono ai segretari di partito di scegliere i candidati, spesso distanti dalle realtà locali che dovrebbero rappresentare. Questo distacco crescente tra eletti ed elettori minaccia il fondamento stesso della democrazia rappresentativa.

Il 9 giugno, in occasione delle elezioni europee, i cittadini saranno chiamati a votare per candidati spesso sconosciuti, che non hanno mai calcato i territori comunali. La questione si pone: la classe dirigente dei partiti locali accetterà di essere relegata a un ruolo marginale, simile a quello delle “truppe cammellate”, o sceglierà di affermare il proprio libero arbitrio?

La leadership è definita dalla capacità di aderire coraggiosamente alle proprie idee. Ezra Pound, noto intellettuale statunitense, affermava che se un uomo non riesce a credere nelle proprie idee, allora o le idee non hanno valore, o non ha valore l’uomo stesso.

Il vero rischio delle prossime elezioni europee non è tanto chi vincerà, ma l’alto tasso di astensionismo che potrebbe prevalere, segnale di un crescente disincanto nei confronti del sistema politico. Questo è il momento per la politica di riscoprire il suo vero ruolo: non solo governare, ma rappresentare autenticamente e coinvolgere attivamente la comunità.