Con l’ordinanza n. 143 firmata martedì 26 novembre, il Comune di Ariccia ha disposto l’immediata cessazione dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande in un circolo privato situato su Corso Garibaldi, una delle vie centrali e più frequentate del centro storico. Il provvedimento nasce a seguito di un verbale redatto dalla Stazione dei Carabinieri di Ariccia, che ha accertato alcune irregolarità legate alla normativa sulla sorvegliabilità dei locali.
Cosa significa “sorvegliabilità” e perché è importante?
Il termine sorvegliabilità fa riferimento alla possibilità, da parte delle autorità competenti, di controllare che un’attività commerciale rispetti i requisiti di sicurezza, igiene e trasparenza. Nello specifico, la legge prevede che le attività di somministrazione di alimenti e bevande all’interno di circoli privati siano svolte in locali distinti da quelli dedicati alle altre attività statutarie del circolo, come eventi culturali, ricreativi o associativi.
Secondo quanto riportato dai Carabinieri, durante un’ispezione è emerso che il locale non rispettava questa separazione. La somministrazione avveniva nello stesso spazio destinato ad altre funzioni del circolo, violando le disposizioni normative.
L’ordinanza e le implicazioni legali
L’ordinanza stabilisce non solo la revoca della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), ma anche l’obbligo di cessazione immediata delle attività di somministrazione. Inoltre, viene precisato che eventuali violazioni saranno punite penalmente ai sensi dell’articolo 650 del Codice Penale, che sanziona chi non rispetta gli ordini dell’autorità pubblica.
Il circolo privato, tuttavia, ha facoltà di presentare ricorso al TAR del Lazio entro 60 giorni o, in alternativa, al Presidente della Repubblica entro 120 giorni.
Circoli privati e attività commerciali nascoste
Chiarendo che non vi sono elementi per affermare che tale realtà rientri in questa casistica, è un dato di fatto che in alcuni casi dietro le facciate di circoli privati possano nascondersi vere e proprie attività commerciali.
Questi spazi, formalmente istituiti per finalità culturali, sociali o ricreative, talvolta vengono usati impropriamente per svolgere somministrazione di alimenti e bevande, operando in modo simile a bar o ristoranti, ma senza sottostare ai vincoli fiscali e amministrativi che regolano gli esercizi pubblici.
Questo fenomeno, che minaccia il rispetto delle normative e la concorrenza leale, è monitorato dalle istituzioni, pronte a intervenire laddove si ravvisino situazioni di irregolarità o ambiguità. Tuttavia, controllare ogni realtà è difficile: il territorio è ampio e i controlli, per quanto capillari, non sempre riescono a raggiungere ogni angolo nascosto.
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